“Cura con le medicine, guarisci con i cibi”. Questo è un detto della Medicina Tradizionale Cinese. Secoli dopo il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach, con un gioco di parole nella lingua madre, ammoniva: “Siamo ciò che mangiamo” (“Der Mensch ist, was er isst”). Valido, lo confermava lo stesso filosofo, anche per ciò che si beve. Strano che due culture così differenti trovassero anche nel bere un’importante fonte di riequilibrio nella salute: l’ideogramma cinese per farmaco è un fiasco di vino (ottenuto da cereali), essendo questo uno dei primi rimedi di quella Tradizione.
Se vi domandate cosa c’entri quanto sopra con l’Apiterapia è presto detto: i doni delle nostre care api sono, e se non lo sono ancora, lo dovrebbero essere, riconsiderati alimenti di grande rilievo nella ricerca della Salute (vedi nota). Certo, il miele è il più rilevante tra i prodotti delle api, ma che ne pensiamo della propoli, polline, gelatina reale, pane d’api e cera? Le fonti divulgative scientifiche più popolari riportano poche notizie, rimanendo purtroppo relegate in ambiti ristretti o “confidate” ad Operatori del settore, Apicoltori e Apiterapisti, e questo mensile lo testimonia.
Una recente occasione per guardare il miele nella nutrizione corretta, si può cogliere nel recente libro “Medicina da mangiare” del professor Berrino (1); tra le tante pagine interessanti l’Autore, pur con qualche imprecisione (è il nettare, non il polline, floreale a essere elaborato a miele), ne dedica un paragrafo, ed alle sue proprietà (polifenoli e vitamina C). Il professor Berrino dona un suggerimento: abbinare il miele a un grasso di pari ottima qualità per ridimensionare la secrezione d’insulina da parte del pancreas. Il dispiacere che poco se ne scriva, continuando a demonizzarlo per il glucosio e il fruttosio, è mitigato dall’osservazione che nei suoi precedenti libri (2) è confinato in una nota (per altro sempre positiva).
Certo, colpisce la frequenza d’informazioni false che girano costantemente sui social network, come quella di miracolose rigenerazioni organiche che avvengono in pochi giorni, con bevute di tisane e miele: gli insuccessi conseguenti rischiano di screditare i produttori (i prodotti non sono “confacenti” alle attese) e Apiterapisti (“rimedi superficiali che non servono”).
A dispetto di ciò, le ricerche mondiali sui prodotti dell’apicoltura procedono tumultuose. Ultimamente l’attenzione scientifica si è rivolta verso le molecole di origine vegetale introdotte con la dieta e la prevenzione del cancro. In questo settore i flavonoidi presenti anche nel miele, propoli, gelatina reale e polline sembrano raggiungere consenso scientifico. Un esempio è la crisina (3) che è stata investigata sia per l’inibizione dell’angiogenesi indotta da cellule tumorali, che per la prevenzione della carcinogenesi renale; gli effetti di questo flavone spaziano comunque in letteratura, dalla protezione epatica a quella renale, dagli effetti anti-diabete a quelli antinfiammatori. Su “Apinsieme” di Dicembre se ne descrivevano le doti antidepressive. Alcuni effetti sarebbero riconducibili alla riduzione dei radicali liberi che i flavonoidi dimostrano chiaramente. Propoli e miele, polline e gelatina reale ne sono sufficientemente dotate, con una varietà enorme di tali molecole (4,5,6).
La ricerca sugli effetti che i prodotti apistici determinano nel sistema nervoso ha intrapreso passi interessanti: una metanalisi (7) mostra che la disfagia presente nella maggioranza dei pazienti con Parkinson è significativamente moderata dall’impiego di bevande addensate con miele, diversamente da alcuni farmaci. Tornano in mente le ricerche sui benefici neuronali effettuate su miele (8), propoli (9) e polline (10). E la gelatina reale? Uno studio (11) appena concluso in Iran rileva, attraverso una meta-analisi, cioè una valutazione statistica che emerge da ricerche scientifiche sull’uso della gelatina reale, che questo prodotto delle api agisce sulla colesterolemia abbassandola e, a lungo termine, sul colesterolo HDL, alzandolo. Si tratta di un miglioramento parziale del quadro lipidico, poiché, purtroppo, i trigliceridi non risponderebbero a tale sollecitazione.
In Cina si cerca di produrre una gelatina reale dotata di una maggiore digeribilità, con una pre-digestione enzimatica, poiché essa ha mostrato, prima in vitro e poi in vivo, di stimolare maggiormente le cellule satelliti muscolari (cellule riparatrici delle fibre muscolari). Ciò potrebbe aiutare il recupero del tono muscolare negli anziani defedati (12) e potremmo sperare di risolvere patologie di quell’apparato, quali la sarcopenia. La stimolazione, avviata dalla gelatina reale, è stata studiata dai ricercatori nelle fibre muscolari che sembrano resistere meglio all’apoptosi (suicidio cellulare), grazie ad un aumento dell’IGF-1 e Akt (fattori stimolanti la crescita cellulare e la resistenza all’apoptosi). Negli anziani si osserva un declino naturale dell’IGF-1, elevato nei bambini; una ragione per rivedere, sotto nuova luce, l’insegnamento della Medicina Naturale Cinese che fa della gelatina reale un forte riequilibrante del Qi/Chi (l’energia che scorre nell’organismo). Vi ricordate Bruce Lee? Si narra che bevesse un tè cui venivano aggiunti ginseng e gelatina reale per rafforzare la vigoria muscolare.
Se i combattimenti di kung-fu sono distanti dagli immediati programmi di recupero del peso forma, gli oligosaccaridi del miele (13,14) come i FOS e gli XOS (oligomeri formati rispettivamente da fruttosio e xilosio) possono aiutare a combattere la stitichezza perché nutrono i batteri saprofiti intestinali, e nel frattempo, a migliorare la detossicazione dell’organismo. Per non parlare di quell’asse funzionale Intestino-Cervello che prende sempre più piede, tanto da modificare dal “basso” i comportamenti umorali. I FOS e XOS sono attualmente considerati come prebiotici proprio per il contributo al mantenimento del corretto bioma intestinale. Ottimo quindi l’abbinamento del miele nello yogurt perché ne stimola la crescita di lattobacilli e bifido-batteri che diventeranno parte della nostra flora intestinale. Una flora che raggruppa migliaia di specie batteriche ma di pochi phylum (divisioni determinate da somiglianze strutturali e genotipiche) e capace, quando si squilibra, di indurre obesità, cardiopatie e diabete, secondo una ricerca pubblicata da PNAS nel 2010 (15).
(immagine tratta da ResearchGate : diversità batteriche nel colon umano)
Uno studio scientifico del 2017 (16), basato sulla valutazione di 107 ricerche sul miele e alimentazione o sul miele e diabete, ridotte a solo trentacinque per l’ampiezza dei dati e la loro integrazione, ha evidenziato che, in animali o soggetti diabetici, l’uso del miele, confrontato con altri dolcificanti, causava glicemie a digiuno con valori più bassi. I valori ematici del test C-peptide (una porzione proteica che si stacca dall’insulina, rendendola attiva) risultavano più alti anche due ore dopo il pasto, facendo ritenere che la metabolizzazione glucidica risultasse migliore. Quest’osservazione sembra derivare dalla contemporanea presenza di fruttosio e glucosio, giacché il primo migliora l’assorbimento cellulare del secondo.
Verrebbe da sperare che gli auspici dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra i quali anche le riduzioni degli zuccheri industriali in bevande e alimenti-spazzatura, trovino, nell’impegno dei Ricercatori, una guida per un migliore stile alimentare, insieme ad una revisione degli effetti sulla nutrizione dei prodotti apistici, che alla fine conducano a una più lunga attesa di vita sana (17). Quello di una vita farmaco-dipendente può non essere piacevole (pharmakon significa anche veleno in greco).
NOTA: OMS nel 1948 definisce salute come “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia“.
FONTI:
- Berrino “Medicina da mangiare” Ed. La Grande Via 2017
- Berrino “Il Cibo dell’Uomo” Ed. FrancoAngeli 2015
- Mani, V. Natesan “Chrysin: Sources, beneficial pharmacological activities, and molecular mechanism of action” Phytochemestry 2018
- M. Porcza, C. Simms, M. Chopra “Honey and cancer: Current Status and Future Directions” Diseases 2016
- Tolba, HA. Omar, SS. Azab, AE. Khalifa, AB. Abdel-Naim, SZ. Abdel-Rahman “Caffeic Acid Phenethyl Ester: A review of its Antioxidant Activity, Protective Effects against Ischemia-reperfusion Injury and Drug adverse reactions”. Crit.Rev. Sci. Nutr.2016
- Hossen, MY. Ali, MHA. Jahurul, MM. Abdel-Daim, SH. Gan, MI. Khalil “Beneficial roles of honey polyphenols against some human degenerative diseases: a review” Pharmacol. Rep. 2017
- H. Connors, L. Quinto, I. McKeith, H. Brodaty, L. Allan, C.Bamford, A. Thomas, J.P. Taylor, JT. O’Brien “Non-Pharmacological interventions for Lewy body dementia: a systematic review” Psychological Medicine 2018
- Nooh, NM. Nour-Eldien “The dual anti-inflammatory and antioxidant activities of natural honey promote cell proliferation and neural regeneration in a rat model of colitis” Acta Histochem. 2016
- Ueda, M. Inden, K. Shirai, S. Sekine, Y. Masaki, H. Kurita, K. Ichihara, T. Inuzuka, I. Hozumi “The effects of Brazilian green propolis that contains flavonols against mutant copper-zinc superoxide dismutase-mediated toxicity” Sc. Reports 2017
- Komisinska-Vassev, P. Olczyk, J. Kazmierczak, L. Mencner, K. Olczyk “Bee-Pollen: Chemical Composition and Therapeutic Application” Ev. Bas. Compl. And Altr. Med. 2015
- Hadi, A. Najafgholizadeh, E. S. Aydenlu, Z. Shafiei, F. Piravand, S. Golpour, M. Puormasoumi “Royal Jelly is an effective and relatively safe alternative approach to blood lipid modulation: a meta-analysis”. J. of Funct. Food 2018
- Meng, H. Wang, Y. Pei, Y. Li, Y. Song, Q. Guo, H. Guo, S. Fukushima, t. Tatefuji, J. Wang, H. Du, Q. Su, W. Zhang, S. Shen, X. Wang, R. Dong, P. Han, T. Okazaki, R. Nagatomi, J. Wang, Z. Sung, K. Song, K. Niu.“Effect of protease-treated royal jelly on muscle strength in elderly nursing home resident: A placebo randomized, double-blind, placebo-controlled, dose-response study” Nature Scient. Reports 2017
- Mei, M. Nordin, M.S. Norrakiah “Fructoologosaccharides in honey and effects of honey on growth of Bifidobacterium longum BB536”. Int. Food Res. J. 2010
- L. Carlson, J. M. Erickson, J.M. Hess, T. J. Gould, J. L. Slavin “Prebiotic Dietary Fiber and Gut Health: Comparing the in vitro fermentations of Beta-glucan, Inulin and Xylooligosaccharire”. Nutrients 2017
- K. Benson, et Al. “Individuality in gut microbiota composition is a complex polygenic trait shaped by multiple environmental and host genetic factor”. PNAS 2010
- A. Meo, M.J. Ansari, K. Sattar, H. U. Chaudhary , W. Hajjar, S. Alasiri “Honey and Diabetes Mellitus: Obstacles and Challenges-Road to be repaired”.Saudi J. of Biol. Sciences 2017.
- http://www.who.int/mediacentre/news/releases/2015/sugar-guideline/en/
a cura del dr. Piero Milella, biologo, consulente di apiterapia
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