Oggi rendiamo disponibili in lettura due tesi sullo spopolamento e la mortalità delle api. Sono il lavoro di Maria Grazia Liguori e Valeria Di Maio dell’università “Federico II” di Napoli.
Di seguito la premessa al lavoro e poi il pdf con le due tesi.
Premessa
Due tesi sullo spopolamento e la mortalità delle api
- Variazioni del corpo grasso nelle api in relazione ai cambiamenti climatici: studio morfologico, morfometrico e biomolecolare. Maria Grazia Liguori
- Analisi morfologica, morfometrica e biomolecolare delle ghiandole ipofaringee delle api e relazione con l’alimentazione proteica. Valeria Di Maio
Lo studio oggetto delle nostre tesi nasce dalla collaborazione tra il Dipartimento di Biologia e quello di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” allo scopo di dare una risposta al complesso fenomeno di spopolamento e mortalità improvvisa che ha colpito le api negli ultimi anni. Tale fenomeno ha inciso negativamente non solo sul settore apistico ma, più in generale, sull’agricoltura e sull’ambiente, e sembra essere imputabile a diversi fattori di rischio tra cui il cambiamento climatico. In particolare, le condizioni climatiche avverse (alternanza di periodi di siccità a periodi di piogge intense, l’innalzamento delle temperature, la variazione delle stagioni) hanno generato una alterazione nel ciclo di vita delle piante che non consentirebbe alle api una ottimale raccolta di nettare (fonte di glucidi) e polline (fonte di amminoacidi), causando carenze e stress nutrizionali con conseguente debilitazione delle colonie. A tale riguardo si è ritenuto opportuno mettere a confronto api che provenivano da colonie che si erano adeguatamente alimentate con api che provenivano da colonie che invece avevano subito stress nutrizionali. Nello specifico sono stati studiati il corpo grasso e le ghiandole ipofaringee, organi fondamentali nella crescita dell’ape e le cui alterazioni morfologiche sono indicatrici di carenze proteiche nell’alimentazione. Il corpo grasso diminuisce man mano che diminuisce la disponibilità di polline nell’ambiente, così come anche la dimensione delle ghiandole ipofaringee e i prodotti della loro secrezione variano con la disponibilità e la qualità del polline assunto. La disponibilità di polline influisce anche sulla concentrazione della vitellogenina, una lipoproteina regolatrice della crescita, dello sviluppo del sistema di immunitario e quindi della durata della vita delle api. Il nostro studio, per quanto preliminare e quindi effettuato su un numero esiguo di campioni, ha permesso di constatare come l’indisponibilità/scarsa disponibilità di polline e una scarsa qualità di quest’ultimo influiscano sulla quantità di vitellogenina e sulle variazioni morfologiche del corpo grasso e delle ghiandole ipofaringee. Dal momento che la disponibilità e la qualità di polline presente nell’ambiente sono strettamente correlate al clima (fioriture) è possibile affermare che i cambiamenti climatici degli ultimi anni possono essere responsabili o corresponsabili dei fenomeni di spopolamento e della elevata mortalità delle colonie di api.