Tra i tanti prodotti delle api, la propoli sembra avere interessato maggiormente i ricercatori nel settore della salute. Gli sforzi dei centri di ricerca per trovare soluzioni nel mondo della natura sono stati sempre mirati a cercare molecole attive verso le patologie più diffuse (quelle più promettenti economicamente); una volta scoperte, la chimica e la biologia sono state applicate per la produzione sintetica per migliorarne le prestazioni e le quantità.
Spesso si sono cercate sostanze che in un passato, più o meno remoto, erano impiegate per rimediare a ferite e infezioni. La propoli è, tra queste, divenuta desueta per la diffusione di farmaci di sintesi e antibiotici. Risultato: rimedio obsoleto. La crescente antibiotico-resistenza dei batteri e l’approfondimento dello studio dei processi flogistici e dell’oncogenesi richiedono altri nuovi farmaci o rimedi complessi.
Gli Egiziani già la usavano per le proprietà antiputrefattive (mummificazione) e i Greci e i Latini per il trattamento delle ferite, come cicatrizzante e disinfettante orale. Nella cultura persiana era impiegata per contrastare eczemi, mialgie e reumatismi. Gli Incas ne utilizzavano le doti antipiretiche (a).
La propoli ha un futuro ancora da scrivere: nuove ricerche esplorano campi ancora sperimentali ma dalle potenzialità rilevanti. Tra i tanti tipi di propoli in commercio (rosse, verdi, brune), quella mediterranea presenta una alta concentrazione di diterpenoidi, quelle sudamericane sono ricche di acidi polifenolici, le asiatiche e australiane di flavononi ed altre sostanze che api e flore locali, differenti da quelle “occidentali”, contribuiscono ad arricchire notevolmente (a). Circa 300 molecole sono state analizzate in questa resina raccolta dalle api.
Le fondamentali azioni della propoli possono essere così riassunte (a):
- ATTIVITA’ ANTIOSSIDANTE
- ATTIVITA’ ANTINFIAMMATORIA
- ATTIVITA’ IMMUNOMODULATORIA
- ATTIVITA’ ANTIVIRALE
- ATTIVITA’ ANTIBATTERICA
- ATTIVITA’ ANTIFUNGINA
- ATTIVITA’ ANTITUMORALE
Le prime due scaturiscono dalla presenza di acidi polifenolici e flavonoidi (CAPE, galangina, chemferolo, crisina ecc) che inibiscono o riducono l’attività enzimatica che conduce alla per ossidazione dei lipidi, chelando ferro e rame che conducono alla formazione di radicali liberi. I processi infiammatori possono avviarsi per diverse cause (interne o esterne all’organismo), ma ciò che causano è una cascata di fenomeni organici complessi che dovrebbero condurre alla riparazione del tessuto colpito. Se il successo tarda a realizzarsi, superata negativamente la fase acuta nella quale citochine ed elementi del sistema immunitario tentano di riportare la condizione normale, s’instaura una fase di cronicità che potrebbe sfociare in forme patologiche diverse. Le cause molteplici, dall’alimentazione allo stress fisico-emotivo, dall’inquinamento ai farmaci e dall’esposizione a raggi UV e X alle tossine, in parte le possiamo ridurre.
La capacità immunomodulatoria in parte dipende dalle attive molecole di cui sopra. Studi in vivo (b) hanno mostrato che le somministrazioni di estratto in alcol etilico della propoli riducevano le citochine pro infiammatorie in topolini sottoposti a stress, mentre in quelli affetti da melanoma ne aumentavano la presenza dimostrando che la propoli avviava un processo di immunità antitumorale mediata da cellule: i processi immunitari “deboli” possono condurre a tumori. In uno studio del 2011 (c) si annunciava la possibilità di contrastare alcuni tipi di tumori con la propoli (CAPE, terpeni e flavonoidi erano le molecole più probabili in tale azione) per induzione al suicidio delle cellule atipiche (apoptosi). Quattro anni dopo, durante un’interessante ricerca sul cancro colonrettale e la propoli (d), si riportava una significativa diminuzione di adenomi nelle cavie a cui era stata somministrata la propoli e una dieta controllata. Lo scorso anno, ricercatori polacchi pubblicavano un nuovo lavoro sugli effetti del CAPE e acido caffeico in tumori a cellule squamose (e), concludendo che una combinazione dei costituenti della propoli potrebbe essere considerata una misura chemiopreventiva di quel tumore (purtroppo aggressivo), insieme ad una dieta alimentare con un buon livello di sostanze bioattive.
Restano da esaminare quali siano le restanti attività della propoli nel contrasto di virus, batteri e funghi. Sarà l’occasione per incontrarci sul blog ancora una volta.
a cura del dr. Pietro paolo Milella, biologo, nauropata, consulente di apiterapia
BIBLIOGRAFIA
a) Silva-Carvalho, F. Baltazar, C. Almeida-Aguiar “ Propolis: A complex natural product with a pletora of biological activities that can be explored for drug development” Ev. Based Complementary and Alternative Medicine 2015
b) Missima, A.C. Pagliarone, C.L. Orsatti, J.M. Sforcin “The effect of propolis on pro-inflammatory cytokines produced by melanoma-bearing mice submitted to chronic stress” J. of ApiProduct and ApiMedical Science 2009
c) A. Watanabe, M.K. Amarante, B.J.Conti, J.M. Sforcin “ Cytotoxic constituents of Propolis inducing anticancer effects: a review”. J. Pharm. Pharmacol. 2011
d) Cho, L. Gutierrez, M. Bordonaro, D. Russo, F. Anzelmi, Y.T. Hooven, C. Cerra, D. L. Lazarova “ Effects of propolis and gamma-cyclodextrin on intestinal neoplasia in normal weight and obese mice”. Cancer Medicine 2016
e) Dziedzic, R. Kubina, A. Kabala-Dzik, M. Tanasiewicz “Induction of cell cycle arrest and apoptotic response of head and neck squamous carcinoma (Detroit 506) by caffeic acid and caffeic acid phenethyl ester derivative”. Evidence-Based Complementary and Altrernative medicine 2017
Leave A Comment