A livello globale, i disturbi neurologici rappresentano la seconda causa di morte. Nel mondo 3 miliardi di persone vivono con cefalea, 50 milioni sono affette da demenza o Alzheimer (da 50 milioni raggiungeranno 115 nel 2050), altrettante convivono con l’epilessia.
La patologia neurodegenerativa più diffusa è l’Alzheimer, che esordisce nella maggior parte dei casi dopo i 60 anni (7% dei casi tra 65 e 74 anni, 53% tra 75 e 84 anni, 40% dei dopo gli 85 anni), arrivando a interessare circa una persona su 3-4, dopo gli 80 anni.
La malattia di Alzheimer è caratterizzata da deficit di memoria, disturbi cognitivi e cambiamenti della personalità. I primi segni clinici sono legati alla compromissione della memoria a breve termine accompagnata da difficoltà di attenzione e di fluidità verbale.
In un articolo pubblicato dalla nostra Associazione sulla rivista Apinsieme, sono riportati alcuni studi e ricerche, realizzati tra Corea e Giordania, sull’impiego del veleno d’api nella ricerca e trattamento del morbo di Alzheimer.
Tutti gli studi condotti richiedono ulteriori indagini ma, va riconosciuto che in questo campo il veleno d’api e i suoi componenti hanno un ruolo promettente.
In allegato, l’articolo completo.
[…] Qui invece trovate il link a una nostra precedente pubblicazione, questa volta sul veleno d’api e l’Alzheimer. […]